venerdì 9 gennaio 2015

INTERVISTA AI PROF. PADIGLIONI E ARTEGIANI



INTERVISTA SUI BANCHI DI SCUOLA
Buongiorno a tutti, cari lettori e care lettrici: vi proponiamo queste interviste fatte a due nostri professori dell’Istituto tecnico Ciuffelli-Einaudi di Todi, mettendo a confronto due insegnanti con una grande esperienza dietro le cattedre ma che si occupano di materie diverse. Di seguito eccovi le interviste fatte ai prof. Fernando Padiglioni, insegnante di Diritto ed Economia ed Ugo Artegiani, insegnante di lingua Inglese.

INTERVISTA A FERNANDO PADIGLIONI
Quando ha cominciato il suo lavoro?
Ho cominciato il 4 settembre 1987, primo giorno assoluto di scuola da insegnante. Sono 28 anni che lavoro in questa scuola.
Ha cominciato per passione o per necessità?
Ho cominciato principalmente per passione, ho fatto diversi tirocini da avvocato, feci 5 concorsi per altri lavori infine scelsi di fare l’insegnante; sono contento delle scelte fatte e sono ancora convinto delle stesse.
Cosa le piace di più del suo lavoro?
Mi piace stare in messo a voi giovani, è bello cercare di trasmettere qualcosa di buono ai ragazzi , come un genitore aiutare a crescere un figlio, io insegnante aiuto a crescere culturalmente, e non solo, voi ragazzi.
Qual è il suo rapporto con gli studenti?
Buonissimo rapporto: in questi 28 anni non ricordo rapporti difficili con alunni, nel 99,9% dei casi credo di aver avuto ottimi rapporti, cordiali e sereni. Rapporti sempre positivi.
Se tornasse indietro nel tempo sceglierebbe di svolgere questa professione?
Si, e sceglierei nuovamente di insegnare questa materia, lo rifarei certamente senza ombra di dubbio.
Pensa che lo stipendio sia adeguato rispetto al lavoro svolto?
Penso che lo stipendio non sia adeguato rispetto al lavoro svolto perché ci sono altre persone, altri lavoratori che svolgono lavori di minore importanza e che sono pagati molto meglio di noi. Noi insegnanti non abbiamo la giusta retribuzione.
Non vede l’ora di andare in pensione, o svolgerebbe questo lavoro per sempre?
No, svolgerei questo lavoro per sempre. La voglia di andare in pensione e non fare niente tutto il giorno sinceramente non c’è l’ho. Non ho questo desiderio spasmodico.
Perde facilmente la pazienza con gli alunni? E’ tollerante?
Cerco di usare al massimo la tolleranza e pazienza, rispetto per tutti ma anche gli altri devono rispettare me.
Quante note ha messo durante la sua carriera da insegnante?
Poche, una decina in 28 anni, non più.
Qual è il suo rapporto con i colleghi?
Buono, molto positivo, non ricordo persone, colleghi con cui ho avuto cattivi rapporti. A volte si poteva non essere d’accordo su certi argomenti ma non si è mai arrivati allo scontro acceso.
Ha mai avuto un litigio molto acceso con gli altri insegnanti? E con gli alunni?
Litigi no. Discussioni si.
Qual è stata l’esperienza più curiosa durante i suoi anni di insegnamento?
I primi anni di insegnamento facemmo una gita a Parigi e ci arrivammo in autobus! Il viaggio non finiva mai ci mettemmo un giorno e mezzo per arrivare. Quando arrivammo finimmo in un albergo in fase di costruzione, le camere erano piccole e scomode. Alla fine è stato anche bello, diciamo una gita avventurosa.
Qual è stata l’esperienza più divertente durante i suoi anni di insegnamento?
Tanti momenti belli. Devo dire però che tra i più divertenti ricordo quando si facevano le partitelle di calcetto tra alunni ed insegnanti, si facevano sempre verso la fine di maggio, sono stati momenti bellissimi. Altri momenti che ricordo con piacere erano quando si facevano i pranzi tra insegnanti prima di Natale.
Qual è stata la situazione dove si è trovato maggiormente in imbarazzo durante la sua carriera da insegnante?
In imbarazzo forse è troppo, ma in difficoltà sì. Ricordo una gita a Sorrento. Una mattina un ragazzo non riusciva a svegliarsi: la sera prima aveva bevuto un po’, io dovetti rimanere in albergo con lui mentre gli altri insegnanti e i ragazzi partivano per l’uscita; mi sono trovato molto in difficoltà, poi il ragazzo verso mezzogiorno si è svegliato.
  
INTERVISTA A UGO ARTEGIANI
Quando ha cominciato il suo lavoro?
Come insegnante nel 1987 all’Università per stranieri, ma finita l’università ho lavorato prima in un agenzia di viaggi poi in una società di consulenza aziendale.
Ha cominciato per passione o per necessità?
E’ una necessità lavorare me se non diventa passione non si può lavorare.
Cosa le piace di più del suo lavoro?
Voi giovani, il fatto di dover lavorare con energia e freschezza.
Qual è il suo rapporto con gli studenti?
Non c’è un rapporto uguale con tutti e forse dire ‘’gli alunni’’ è sbagliato. In generale penso buono ma non è sempre così.
Se tornasse indietro nel tempo sceglierebbe di svolgere questa professione?
Forse sì,  forse no; poteva capitarmi qualcos’altro ma ciò non significa che non mi piace il mio lavoro.
Pensa che lo stipendio sia adeguato rispetto al lavoro svolto?
No, rispetto al lavoro che facciamo no sicuramente. Sì,  se mi limitassi a fare poco cioè se fossi un insegnante lavativo.
Non vede l’ora di andare in pensione, o svolgerebbe questo lavoro per sempre?
Nonostante io sia sulla via della pensione, non ho questo grande desiderio, mi piace lavorare ancora.
Perde facilmente la pazienza con gli alunni? E’ tollerante?
Non credo di esserlo tanto; diciamo che sono paziente e tollerante fino ad un certo punto.
Quante note ha messo durante la sua carriera da insegnante?
Poche, non tante; è stato sempre così:  se succede qualcosa di strano si segnala con le note.
Qual è il suo rapporto con gli insegnanti?
Credo di avere un buon rapporto con i colleghi, mi piace averlo anche se non sempre è cosi.
Ha mai avuto un litigio molto acceso con gli altri insegnanti? E con gli alunni?
Raramente, ma litigi accesi no, contrasti sì.
Qual è stata l’esperienza più curiosa durante i suoi anni di insegnamento?
Credo quando io e il Preside siamo andati in Finlandia e per entrare nella scuola bisognava togliersi le scarpe, si depositavano in appositi armadietti e si andava in giro scalzi per la scuola.
Qual è stata l’esperienza più divertente durante i suoi anni di insegnamento?
Lo stage fatto l’anno scorso a Londra dove erano presenti diversi alunni della 3° AFM tra cui anche i due intervistatori, è stato divertentissimo soprattutto quando siamo saliti sulla London Eye.
Qual è stata la situazione dove si è trovato maggiormente in imbarazzo durante la sua carriera da insegnante?
L’esperienza più imbarazzante è stata quando sono entrato in una classe e al posto del crocefisso c’èra un cartello con su scritto ‘’TORNO SUBITO’’.


                                                                Filippo Cerquetelli e Marco Ranocchia

Nessun commento:

Posta un commento