A cura di Rebecca Massaccesi, Agnese Tascini, Giada Bernardini
Il
piccolo comune di Acquasparta è posto su di un colle a circa 350 m s.l.m. da
cui domina la valle del Naia, affluente del Tevere. E' al centro di un vasto
territorio tra il variare delle colline e dei monti ed è ricco di vegetazione e
di sorgenti di acque curative e da tavola.
La
ricchezza dal punto di vista idrico del suo territorio ne ha da sempre
caratterizzato la vocazione termale, tanto che proprio per le sue acque già in
epoca romana essa trasse il suo nome: ACQUAS PARTAS, ad indicare la sua
posizione tra le sorgenti dell'Amerino e Furapane.
Conserva
ancora l'aspetto di un centro medioevale con una suggestiva cinta muraria e una
caratteristica "Porta Vecchia" che nei secoli passati consentiva
l'accesso al paese.
Tutt'intorno
al capoluogo ci sono le otto frazioni che presentano notevoli attrattive.
A
partire dal 28 Marzo 2015 Acquasparta fa parte dei borghi più belli d'Italia;
la Presidente della Regione Catiuscia Marini è intervenuta alla cerimonia di
consegna al sindaco della città, Roberto Romani, della Bandiera dei
"Borghi più belli d'Italia", attestazione simbolica dell'ingresso nel
club che conta in Italia 250 borghi, 22 dei quali sono umbri. La Bandiera è
stata consegnata al sindaco di Acquasparta dal presidente dell'Associazione
Fiorello Primi.
La
presidente Marini, che ha voluto esprime al sindaco Romani ed a tutta la
collettività il suo apprezzamento personale e anche quello dell’intera Regione
Umbria per l'ingresso di Acquasparta tra i "Borghi più belli
d'Italia", ha colto l'occasione per sottolineare come la Giunta regionale
stia guardando con particolare attenzione ad Expo proprio per le opportunità e
le ricadute positive che da questo evento potranno venire per l'Umbria e per la
sua promozione turistica ed economica: "All'intero dell’esposizione
universale di Milano – ha affermato la Marini – stiamo costruendo uno spazio
tutto dedicato alla nostra regione. Grazie alla politica di promozione
integrata sviluppata in questi anni per affermare il ‘brand Umbria', abbiamo
saputo conquistare l'interesse di molti Paesi nel mondo verso la nostra terra.
Ciò ci aiuterà a promuovere l'Umbria ancor di più e meglio ai tanti milioni che
visiteranno l'Expo". "Quello che abbiamo cercato di fare come Regione
– ha proseguito la Marini -, anche in sintonia con quanto ci dice l'Unione Europea
con i cui fondi molte delle nostre strategie vengono finanziate, è stato
realizzare progetti integrati sui grandi attrattori culturali intesi come fatto
di sviluppo economico. In questo senso vanno anche le politiche per il recupero
e la valorizzazione dei centri storici e degli antichi borghi della nostra
regione, che hanno dimostrato di essere, appunto, dei preziosi attrattori di
turismo e, dunque, occasione di sviluppo economico. Ed in questa direzione è
assai meritoria l'attività dell'Associazione ‘I Borghi più belli d'Italia' che
- ed è giusto ricordarlo - è stata tenuta a battesimo proprio in Umbria nel
2009, a Castiglione del Lago, grazie al grande spirito di iniziativa di
Fiorello Primi, allora sindaco della città lacustre, ed ora al vertice dell'Associazione".
Infine,
la presidente Marini, ha ricordato la recente presentazione del nuovo portale
turistico regionale: "Grazie al diffondersi della tecnologia digitale oggi
possiamo offrire ai turisti una enorme mole di dati ed informazioni che sono utilissimi
a chi deve accingersi a compiere un viaggio per definire la scelta dei luoghi
da visitare. A loro noi vogliamo cercare di raccontare l'Umbria con un
linguaggio che susciti interesse e curiosità, perché oggi il viaggiatore – ha
concluso la Marini - vuole non solo scoprire un luogo per ciò che è stato, ma
anche per ciò che è e per ciò che è in grado di offrire".
Da vedere
Si
entra nel borgo da due accessi principali. Il primo, attraverso la “Porta
Vecchia”, immette alla parte più antica e sale per i “cordoni”, via ripida e
tortuosa fino alla sommità del centro storico. Il secondo è quello di Corso dei
Lincei, la via principale che porta direttamente al cuore di Acquasparta,
piazza Federico Cesi, intitolata al fondatore, a Roma nel 1603, dell’Accademia
dei Lincei, sorta per studiare le scienze della natura in modo sperimentale e
libero da pregiudizi. La costruzione, tra il 1561 e il 1579, di palazzo Cesi,
appartenuto all’illustre famiglia umbro-romana, fu voluta dal cardinale
Federico I Cesi sul luogo di una rocca distrutta agli inizi del Cinquecento
durante le guerre fra Todi, Terni e Spoleto.
La
chiesa di Santa Cecilia, restaurata nel 1761, fu innalzata sul luogo della
basilica romanica i cui resti si ammirano nell’abside che svetta maestosa lungo
l’attuale via Colonna. Lo spazio liturgico è caratterizzato da un’unica navata
centrale e da otto cappelle che accolgono opere pittoriche di artisti
dell’Italia centrale (fine XVI secolo-seconda metà del XVIII). La più pregevole
è la cappella funebre delle famiglie Liviani e Cesi, realizzata nel 1581 per
volere di Isabella Liviani: qui riposano i resti del nipote Federico Cesi detto
“il Linceo”.
Oggi
Museo della Comunità, la chiesa del Santissimo Sacramento (1685) conserva al
centro del pavimento un mosaico romano del I secolo proveniente da Carsulae e
lì collocato nel 1928.
La
chiesa del Crocefisso, costruita agli inizi del XVII secolo, apparteneva alla
Compagnia della Madonna del Giglio, che nel contiguo Hospitalis Sanctae Mariae
de Lilio accoglieva poveri e malati.
La
chiesa di San Giuseppe, nell’omonima via, fu eretta dalla Compagnia di San
Giuseppe nel 1737. In essa vi è un solo altare con alle spalle un quadro
secentesco.
Posta
fuori le mura di Acquasparta, la chiesa di San Francesco (1294) è espressione
dell’architettura francescana “povera”. Dietro l’abside rimangono il piccolo
chiostro francescano recentemente ristrutturato dal Comune, il refettorio e
parte dei dormitori. All’interno vi è l’icona della Madonna della Stella (prima
metà del XIV secolo).
Sempre
fuori dalla cerchia urbana si trova il complesso monumentale di San Francesco,
oggi “Casa della cultura Matteo d’Acquasparta”.
Il complesso architettonico, dedicato al suo fondatore, il cardinale
ambasciatore di Bonifacio VIII, Matteo Bentivegna (nato nel 1240 ad Acquasparta
e citato da Dante nella Divina Commedia) ha avuto origine probabilmente durante
la metà del XIII secolo in prossimità di una cappella votiva più antica
dedicata alla Madonna della Stella.
Infine,
lungo la strada Tiberina che ricalca fedelmente il tracciato della vecchia Via
Flaminia, la romanica chiesa di San Giovanni de Butris, costruita sopra un
ponte romano a due archi intorno al XIII secolo, apparteneva all’Ordine dei
Cavalieri di Malta.
Il prodotto
E’
l’acqua dell’Amerino, minerale, curativa, conosciuta dall’antichità per la sua
efficacia contro calcolosi, gotta e acidi urici. Nel medioevo era conosciuta
come “acqua di San Francesco” poiché il santo, nelle numerose peregrinazioni
nella zona, ne avrebbe tratto giovamento per la sua salute malferma.
Accanto
all’acqua, prodotti tipici sono l’olio, il tartufo e le castagne.
Il piatto tipico
I
picchiarelli sono una pasta tirata a mano e della grandezza di una cordicella.
Vanno serviti con sugo piccante.
Altra
specialità è la pizza al testo, una torta salata fatta di acqua e farina, non
molto spessa, farcita con verdura e salsicce o prosciutto, cotta su un testo di
ghisa o, nei mesi invernali, sotto il fuoco.